Io, Rodari e i bambini
Io, Rodari e i bambini.
Crescere per rimanere sempre meravigliati.
L’infanzia è un periodo molto bello ma delicato della nostra vita. Eppure da adulti abbiamo spesso solo pochi ricordi, qualcuno forse legato a un natale o a una pasqua o ancora a una gita, ma di come eravamo noi davvero spesso ce lo raccontano gli altri oppure ne rimane qualche traccia nel nostro presente. Il #bambino è per me fonte di illimitata speranza. Wordsworth, poeta del romanticismo inglese, in un suo componimento dal titolo The Rainbow scrive: The Child is the father of the Man, il bambino è il padre dell’uomo. Il bambino, spiega Wordsworth, è più vicino a uno stato divino celeste e gode per questo di particolare facoltà visiva che chiama Immaginazione. Quando il bambino diventa adulto si allontana dalla visione celestiale e cade nelle abitudini e preoccupazioni, allontanandosi inesorabilmente dall’Immaginazione. Da bambina la scuola non era quella di adesso o meglio la mia classe e maestra, devo ammettere, erano un po’ sui generis e con sui generis dico solo che noi un libro per le vacanze non lo abbiamo mai letto, un incontro con l’autore mai fatto e poi come si dice? Erano altri tempi. In ogni caso se la scuola non faceva la sua parte, la mia famiglia si. La famiglia è importante. Due sorelle maggiori che leggevano tanto e un papà con una certa visione delle cose che ci teneva venisse tramandata. Comprava libri di ogni specie e un giorno disse: “Questi sono per Giuliana!” Erano tutte le fiabe di Perrault, Grimm, Capuana, Anderson. Illustrate magistralmente. Leggevo in continuazione, fino ad impararle a memoria. Quelle parole, quel mondo, quel modo di guardare le cose avevano incontrato quello stato divino celestiale che tutti i bambini hanno, quel giorno si sono incontrati e non si sono più lasciati. L’incontro con i testi di Gianni Rodari, maestro elementare, pedagogista e scrittore italiano, mi ha fatto capire che quella cosa lì, ovvero far incontrare le fiabe con lo stato divino celestiale dei bambini, lo volevo fare anche io. Perché a me la fantasia, se ci penso, mi ha salvata un po’ dalle abitudini e dalle preoccupazioni. Rodari usa la #fantasia per educare, per forgiare il cuore, per far immaginare altri mondi, usa le parole per far comprendere non per insegnare. La pedagogia di #Rodari è tutta rivolta a dare valore il suo piccolo lettore perché Il bambino è il padre dell’Uomo, questo lo sapeva pure lui e tutti quelli che scrivono per bambini.